Le Parole Tessono

L'artista è presente e non è sola

8 Marzo 1917 – 8 Marzo 2017

Cento anni di storia

Dieci anni prima, 1907 a Stoccarda, nel Vll congresso dell’Internazionale Socialista, arrivano sul tavolo della discussione “la questione femminile” e “la rivendicazione del voto alle donne”.
È del 1908 il primo “Woman Day” in America.
Ma solo nel 1910 si chiese l’istituzione di una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Per alcuni anni le nazioni che vi aderirono fecero però coincidere la data con altre richieste politiche e sindacali.
L’8 Marzo 1917, le donne russe guidarono una grande manifestazione che chiedeva la fine della guerra.
È da quella data che, il 4 Giugno 1921, si fissò l’8 Marzo come “Giornata Internazionale dell’Operaia”, per le casalinghe ancora niente.
In Italia venne introdotta nel 1922 come “Giornata Internazionale della Donna” riconoscendo il contributo attivo delle donne alle lotte sociali.
È del 1977 la risoluzione 32/142 dell’ONU che propone a tutti i paesi membri di dichiarare un giorno dell’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i Diritti delle Donne e per la Pace Internazionale”, curioso connubio a ben vedere, quasi che solo i diritti delle donne non bastassero e comunque, le due cause perse del secolo scorso.
Con questa risoluzione, l’ONU, ha riconosciuto l’urgenza di porre fine alla discriminazione e il diritto delle donne ad una piena partecipazione alla vita civile e sociale. Ancora, non si erano e non si sono resi conto di quanto le donne siano partecipi alla vita civile e sociale. Molte nazioni scelsero l’8 Marzo.
Fu Teresa Noce, deputata dell’assemblea costituente a volere la mimosa come simbolo, l’8 Marzo 1946, anno della nostra conquista al diritto di voto.
È questa quindi una data importante, emersa dal cammino delle donne verso il diritto di partecipare e scegliere.
In alcune parti del mondo, tanta strada é stata fatta ma persino lì, restano ancora molte barriere e molta violenza. Quella violenza che non ha parole e non ce ne riconosce il diritto.
Le parole evocano immagini, le parole seminano possibilità.
Oggi, 8 Marzo 2017,  nella Sala degli Alberi, al Mo.Ca. , in via Cavour, dalle 9 alle 18, proietteremo il documento registrato lo scorso 25 Novembre sotto il porticato della Loggia, nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Nove ore di registrazione, ogni parola ed ogni gesto.
Le Parole Tessono, ognuno di noi, ogni giorno, costruisce il presente e con la necessaria coerenza tra ciò che diciamo e facciamo, con un agire consapevole fondato sul rispetto e sulla parità, diventiamo costruttori di un presente continuo che puo diventare un migliore futuro. È una performance di arte relazionale costruita nel tempo, nelle scuole con le ragazze i ragazzi e i loro professori, dalle elementari ai licei alle accademie, provando a immaginare una società come una scultura alla quale ognuno di noi da forma con il suo esistere.
E da lì, dall’idea/consapevolezza di essere autori della propria vita, da lì costruire altro. Tutti sono stato invitati a rispondere alla domanda “tu cosa puoi fare? ” una domanda diretta, inequivocabile, che porta ad una personale risposta, ad una personale responsabilità.
A questa domanda hanno risposto anche le associazioni storiche del territorio e tutte le istituzioni , si è così generato un incontro tra chi sta crescendo e chi sta lavorando, diventando riferimento.
Abbiamo dato forma ad un dittico, generazionale e formale, ad ogni parola è corrisposto un costruire rete, anche con le mani, da tutti i fruitori.
Oggi nella Sala degli Alberi, scorreranno le immagini e le parole, un susseguirsi di visioni e proposte per un 8 Marzo che produca prospettive.
Quest’opera é stata resa possibile grazie a: scuola elementare Crispi, scuola media Lana, liceo Leonardo, liceo Gambara, istituto Capirola, Leno,  IISS Golgi, accademia Santa Giulia, accademia LABA, Assessora Pari Opportunità e Scuola  Roberta Morelli, assessora cultura e Vicesindaca Laura Castelletti, consigliera di parità provincia di Brescia AnnaMaria Gandolfi, Monica Lazzaroni tribunale di sorveglianza Brescia, Domenico Geracitano Questura di Brescia, MariaGrazia Fontana dottoressa H24 spedali Civili, Mahjouba mediatrice culturale, Shafali mediatrice culturale, Aldo Braga del Cerchio degli uomini Brescia, Piera Stretti Casa delle Donne Brescia, Tina Leonzi presidentessa nazionale MOICA, Augusta Amolini presidente MOICA Brescia, Silvia Spera segretaria CGIL Brescia, Alessandra Damiani CISL Brescia, Laura Marini UIL Brescia, Daniele Squassina attore, Ramona Parenzan scrittrice, Brunelle Mazzola cantautrice, quartetto d’archi conservatorio Luca Marenzi, Giovanni Zorzi esperienza  Verziano, tante persone che sono passate di lì e con il prezioso aiuto di Laura Bergami.
Una società senza violenza la costruiamo a cominciare da noi.


25 Novembre 2016

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Obiettivo del progetto è principalmente quello di creare relazione, luogo di confronto e scambio tra coloro che operano, istituzioni e associazioni, e le “nuove generazioni”, con la partecipazione degli allievi di diverso ordine e grado. Un incontro che mira a far emergere il loro punto di vista sia rispetto al vissuto, che alle possibilità che diventano concretamente attuabili se il punto di partenza siamo noi stessi. Creando un confronto, creativo/positivo, tra chi c’è e chi sta arrivando.
La domanda a cui dare una risposta è perciò: “Che cosa possiamo fare?”.
È così possibile favorire la consapevolezza del ruolo determinante che ognuno di noi ha nella costruzione di quella che l’arte chiama “scultura sociale”. Una relazione che, attraverso uno scambio di visioni e informazioni, svilupperà in ognuno un cambiamento di prospettive.
Sarà l’occasione per i ragazzi di entrare in contatto e conoscere chi, istituzioni, associazioni e singoli, sta già operando sul campo e che diventa quindi un punto di riferimento.
“Cosa facciamo/cosa possiamo fare”: sono i due aspetti che permeeranno la performance del 25 novembre, che farà emergere possibilità di costruire altro rispetto alla violenza di genere del nostro tempo, a cominciare da ora.
Per tutta la durata della performance, in perfetta sincronia con chi esporrà verbalmente, tesseremo un filo, rosso, che, mano a mano nel corso della giornata, si comporrà in una rete, (ad un tempo concreta e metaforica), a cui, in occasione di ogni contributo, verrà “inglobato” un campanello.
Quest’opera è la naturale continuazione della rete da me tessuta e costruita il 9, 10 e 11 settembre scorso, alla Triennale di Milano, durante la tre giorni de “Il Tempo delle Donne”, al cui termine ho sentito forte l’esigenza e l’urgenza di non interromperla, ma di portarla con me per continuare a costruire e tessere relazioni.
La violenza sulle donne riguarda tutti. Quest’opera d’arte relazionale vuole sottolineare e rendere evidente non solo l’interdipendenza fra ogni essere vivente, ma anche la necessità della coerenza tra “dire e fare”. Ogni parola, infatti, evoca un’immagine, primo presupposto necessario per costruire.

Per la realizzazione dell’opera ci saranno preliminarmente incontri con allievi e insegnanti.
Oltre agli alunni/studenti saranno invitate alla performance istituzioni, associazioni e persone dell’ambito formativo che coprano più aspetti della violenza di genere.


25 novembre 2016

Giornata ancora solo internazionale contro la violenza sulle donne.

26 le nazioni che hanno firmato la convenzione di Istambul.

Quindi, la punta dell’iceberg, una preziosa punta che segnala, che ci dа la responsabilità di far emergere il resto.

Quello che abbiamo da fare è molto e lo vogliamo fare proponendo: proposte positive rispetto all’esistente.

Non basta dichiararsi contro la violenza, non basta dirlo, è importante riconoscerla, ogni parola come ogni gesto e agire, fare altro.

La violenza sulle donne è un fatto che riguarda tutti noi, quotidiano, tanto quotidiano che a volte non lo si vede perché crediamo sia la normalità, la nostra storia.

Ma non lo è.

Ognuno di noi, ogni giorno, costruisce il presente e  con una necessaria  coerenza tra ciò che diciamo e facciamo, con un agire consapevole fondato sul rispetto e sulla parità diventiamo costruttori di un presente continuo, che può essere migliore.

Questo 25 Novembre 2016 saremo in Piazza Loggia , il cuore della città, con un’opera viva,

“Le parole Tessono”

È un operazione di Arte Relazionale, di per sé cominciata tempo fa, la rete prenderà forma con lo scorrere del tempo in piazza quel giorno, la stiamo già umanamente costruendo.

Principalmente nelle scuole con i ragazzi, le ragazze e i loro professori, dalla scuola media ai licei alle accademie, proviamo a immaginare una società come una scultura, alla quale ognuno di noi dа’ forma con il suo esistere che è anche sostanza che dа’ e prende forma.

E da lì, dall’idea/consapevolezza di essere autori della propria vita, da lì costruire altro.

Tutti loro sono poi invitati a rispondere alla domanda: “Tu cosa puoi fare?”

Non cosa si deve o cosa dovrebbero fare altri, ma tu, io, ognuno, cosa possiamo fare?

Su questa dinamica tela lasceranno il loro contributo anche meravigliose persone che già dedicano la loro vita per costruire non violenza, per costruire società civile, ci diranno cosa vedono possibile fare, da qui in poi, qual è il prossimo passo. Associazioni storiche del territorio, la questura, il tribunale, le mediatrici, le assessore, le operatrici, i sindacati, la dottoressa.

Ci doneranno un contributo il conservatorio Luca Marenzio, una scrittrice, un attore e una cantante.

Perché è da ognuno di noi che comincia la non violenza, che comincia il rispetto.

Nello scegliere altre parole e altri gesti.

Un dittico. Costruiremo un dittico, un dire e un fare, necessaria coerenza per cambiare.

Dalle nove del mattino alle sei di sera, dinamica, viva, vera, scorrerà quest’opera e lascerà traccia in ognuno di noi, le nostre parole, espressione della nostra capacità di immaginare modalità di convivenza diventeranno esperienza comune.

Cosa produrrà quest’opera? Ancora non lo sappiamo, è questo che scopriremo insieme, è questa la meraviglia dell’arte, dare forma condi/visibile a ciò che ancora è sconosciuto e renderlo possibile.

Una società senza violenza la costruiamo a cominciare da noi.

Patrizia Fratus

Con il prezioso aiuto di

Laura Bergami

Grazie Francesco