#CIMETTIAMOLAFACCIA?

Opera/azione
25 novembre 2018
Brescia

Il 25 novembre è una giornata, ancora solo internazionale e non mondiale, contro la violenza sulle donne. È una data, un’occasione importante che esiste solo dal 1999, grazie alla risoluzione dell’ONU del 17 dicembre di quell’anno. Un passaggio non solo simbolico in quella cultura che per millenni ha ritenuto normale ogni genere di violenza sulle donne.

Come donna, come artista ritengo importante arrivare ogni anno a questa data con un’opera/zione di arte relazionale condivisa, che tenda a renderci consapevoli autori e responsabili della nostra società. Quest’anno l’opera/zione comporterà la firma di una petizione indirizzata all’ONU. La petizione chiede di colmare un vuoto legislativo per far sì che questo importante organismo internazionale si doti di strumenti nuovi a tutela delle donne vittime di violenza e che, allo stesso tempo, possa tutelare l’importante lavoro di tutte/i le/gli operatrici/ori delle ONG stesse. Il fine è dare forma a proposte positive rispetto all’esistente.

È di qualche tempo fa la notizia degli abusi compiuti da membri delle ONG ai danni di donne già in condizioni disperate; è emerso poi che questi abusi erano perpetrati da molti anni da persone che hanno continuato a lavorare di operazione in operazione. Sui giornali di quei giorni abbiamo letto le incredibili storie di insabbiamenti, allontanamenti con buone referenze e quindi reinserimenti senza veri controlli.

L’indignazione è durata un attimo, il tempo di una notizia, soffocata nel suo stesso clamore. Ma che ne è stato delle vittime? E che ne è del lavoro di operatrici/ori che dedicano la loro vita all’Altro?

Cosa possiamo fare? AGIRE. Questo possiamo fare.

Sarà una raccolta firme viso a viso, fisica, luogo dell’incontro e del confronto. Un progetto rivolto a tutte le persone a cui non basta indignarsi. Per arrivare ad esse coinvolgerò allieve ed allievi delle scuole di ogni ordine e grado, chiederò al mondo della cultura e dell’arte, nella concezione dell’arte relazionale che riconosce ad ogni essere umano la possibilità di essere autore della propria vita e del proprio intorno. Chiederò di fare fronte comune perché dopo l’indignazione non ci sia il nulla.

L’8 marzo scorso, nell’articolo a mia firma sul Corriere delle Sera Brescia, chiedevo che le facce di chi ha commesso i reati fossero rese note a tutti, ora so che la risposta più efficace saranno le facce di tutte/i coloro che firmeranno perché quell’indignazione non resti lettera morta.

Le petizioni verranno consegnate a Ginevra all’Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights (OHCHR).
La petizione è stata redatta con il sostegno di Stefano Angeleri, dottore ricercatore per l’Irish Centre for Human Rights, School of Law.

Patrizia Fratus (Artista)

Laura Bergami (Giornalista)